Diario  di un bambino italo-egiziano nel linguaggio comunemente usato a quell‚epoca. Autore
Un caro amico del Cairo C.V.:
Il Cairo, 10-VI-1937
Ieri pomeriggio  mia madre è andata in merceria per comperarci 10 metri di dammur, 5 metri di castor, 
per farsi una robe de chambre, della dantella, lana per tricot e filo per crochet.
Da solo in casa non sapevo cosa fare, prima sono andato sul balcone e vedevo il caffè arabo
 dove i clienti fumavano la sciscia o la gosa, alcuni giocavano a táula altri a domino o a carte,
 poi c‚erano un gruppo di barberini che parlavano tutti a sieme, poi mi sono annoiato ho cominciato 
a gironzolare per casa a un certo momento mi è venuta l‚
idea di curiosare sulla sandara; ho preso la scala e sono montato, c‚era un tischt.
un cafasso e in mezzo a tanti carachib ho trovato una nebla;
Allora sono sortito da casa e al cantone dove c‚è un cantiere ho preso un po‚ di zalate, le ho messe
in tasca, a un certo punto ho visto una tortorella sopra un fanus della strada; ho preso la mira e
invece di colpire l‚uccello ho preso il fanus e tutti i vetri sono caduti sul tarbouch di un
chawich che chiacchierava con un ghafir, tutti e due mi volevano acchiappare e correvano con i
nabbut in mano io ho fatto due kharakat e sono entrato di corsa nel portone, qui c‚era il boabo
che dormiva sulla khasira nel sottoscala, nel salire le scale ho ribaltato la safiha della zibala
e tutta la zibala si è sparpagliata su tutti gli scalini.   Il boabo non si è accorto che ero stato io
a sporcare le scale e brontolando a preso il secchio e la khescia e si è messo a lavare le scale.
In casa mi è venuta fame ma  nella namleya c‚era solo qualche bocsomat, allora sono sceso 
giù dal baccale e mi sono fatto fare un pane chami con la halawa, dopo fatta
 la merenda vicino al magazzino del baccale c‚è uno che fa l‚
assir assab e mi sono bevuto un bel bicchiere di assir assab ghiacciato.
Quando mia madre è tornata mi ha detto che saremmo andati al cinema Paradis; strada  facendo è passata 
una arabeia hantur (tirata da un buricco) piena di donne arabe con la melaya e gli uomini con la galabia e la ta´eia.   
Prima di entrare al cinema, avendo di nuovo fame, ci siamo fermati da un mataam io mi sono 
preso un sandwich di ful con l‚insalata, mio fratello un sandwich di falafel con il garghir e la tihina.
Durante l‚entracte  abbiamo preso dei simit con la doka e il formaggio greco, la gazzosa spathis.
Al ritorno a casa avevo sete  e mi sono attaccato alla gargoletta;  mia madre ma ha dato una
affa dicendomi di usare il bicchiere e mi ha mandato a letto.
Source:  Clemy Pinto